“Il Fragile Bullo” di Rita Tulelli nel “Progetto Gutenberg estate – autunno ragazzi 2018”

Nei giorni scorsi è stato presentato il libro “Il Fragile Bullo” scritto dalla dottoressa Rita Tulelli, edito da “La Rondine Edizioni”, il cui ricavato è stato ed andrà devoluto interamente in beneficenza a favore dei piccoli pazienti del reparto di pediatria dell’ospedale “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro e per le attività ludico, ricreative e culturali dell’Istituto Penale per i Minorenni “Silvio Paternostro” del capoluogo calabrese. La presentazione si è svolta nell’ambito del progetto “Gutenberg” ed ha avuto luogo nell’aula magna dell’Istituto Comprensivo “Casalinuovo” di Catanzaro guidato dalla dirigente scolastica Concetta Carrozza alla presenza di più di cento alunni appartenenti alle varie classi dell’Istituto. 

L’apertura della mattinata è stata allietata da una canzone ispirata dalle pagine del libro della dottoressa Tulelli, eseguita dal coro “Arcobaleno” della scuola e scritta dalla professoressa Ilenia Giampà, subito dopo alcune studentesse hanno recitato una poesia il cui tema era ispirato a quanto scritto nel libro e successivamente la professoressa Morena Amoroso ha aperto i lavori. Il dibattito ha visto la grande partecipazione degli studenti che, in veste dei veri protagonisti della mattinata, hanno posto innumerevoli domande all’autrice del libro, tra queste molte incentrate su come riconoscere i segnali di una vittima di bullismo e come poterla aiutare, la dottoressa Tulelli ha spiegato che le vittime di bullismo tendono ad escludersi dalla vita sociale al fine di allontanarsi dai bulli e dagli spettatori, ovvero quei coetanei che non prendono le loro difese per paura di divenire a loro volta vittime e per poter aiutare questi ragazzi è necessario adoperarsi al fine di riuscire a recuperare un canale di socializzazione individuando una persona di fiducia in grado di restituire sicurezza alla vittima e conseguentemente le doni la possibilità di uscire dall’isolamento autoimposto e soprattutto è necessario dimostrargli sempre il nostro appoggio e vicinanza.

Altra richiesta da parte dei ragazzi è stata quella di capire in che modo è possibile aiutare chi commette atti di bullismo, l’autrice ha risposto che questi soggetti hanno alle spalle una grande fragilità emotiva e pertanto bisogna sostenerli e non criminalizzarli ed è necessario instaurare un dialogo con loro e, rivolgendosi agli insegnati, la dottoressa Tulelli ha sottolineato come anche il solo disporre i banchi in modo tale da favorire un processo di socializzazione tra i ragazzi possa diminuire enormemente il diffondersi di questo fenomeno. Il dibattito è proseguito con una domanda concernente il bullismo femminile, ovvero sulle principali differenze che intercorrono con quello maschile, l’autrice ha risposto che le ragazze che commettono atti di bullismo fanno in modo di circondarsi di gregarie ed escludono la vittima screditandola sia tra i pari sia con gli insegnanti che talvolta faticano a capire che si tratta di una trappola. Questo tipo di bullismo, continua l’autrice, è più subdolo perché agisce maggiorante a livello psicologico anziché fisico. La dottoressa Tulelli ha concluso questa importante mattina esponendo ai ragazzi i punti salienti della legge numero 71 del 2017, entrata in vigore il 18 giugno dello stesso anno, norma atta a contrastare il cyberbullismo, in quanto i soprusi tra i minori invadono lo spazio virtuale con messaggi, immagini e video spregevoli che corrono sul web soprattutto grazie agli smartphone. L’obiettivo alla base di tali comportamenti è sempre quello di ferire e ridicolizzare qualcuno. La legge in questione prevede una serie di interventi e strumenti atti a dar voce ai ragazzi affinché non si sentano più soli, in particolare, prosegue la dottoressa Tulelli, sono tre le importanti novità introdotte dalla norma, come prima cosa sarà direttamente il minore vittima di un sopruso on line a poter segnalare in modo semplice al sito, o al social media, il contenuto offensivo chiedendone, nei tempi fissati dalla legge stessa, la rimozione. Se ciò non viene attuato dal fornitore dei servizi digitali, dopo opportune e tempestive verifiche, lo farà il Garante della Privacy. Secondariamente il “bullo cibernetico” viene convocato, insieme ai genitori, dal Questore che dà corso alla procedura di ammonimento, ovvero un “cartellino giallo” che può portare il minore ad essere inserito in un percorso sociale o di messa alla prova. Infine, ogni scuola dovrà individuare tra i propri docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto e per il personale scolastico sono previsti corsi di formazione somministrati da esperti del settore. Punto cardine del convegno è stato il messaggio che si è voluto donare ai giovani, ovvero quello di essere sempre consapevoli di non essere soli in quanto intorno a ciascuno di noi c’è sempre qualcuno pronto a donarci il suo sostegno, che siate vittime o veniate a conoscenza di soprusi su un vostro pari, guardatevi intorno e confidatevi con qualcuno che stimate, solo così darete inizio a quella catena che porterà a vincere contro chi prevarica.

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