“Universo Minori” a Tropea ricorda Don Mottola e ha offerto in dono un pacco alimentare agli anziani della casa di riposo

L’Associazione “Universo Minori” con la Presidente Rita Tulelli nell’occasione dell’anniversario della morte di Don Mottola si è recata a Tropea per ricordarlo e nell’occasione a visitato la Casa di Riposo costruita da Venerabile Padre consegnando in dono un pacco alimentare. Ecco il ricordo del Servo di Dio fatto nel suo discorso dalla Presidente di Universo Minori“Don Mottola nel suo “ Diario dell’anima” da tutti conosciuto, avrebbe parlato non poco degli anni trascorsi nel Seminario Pontificio Teologico “Pio X” di Catanzaro. Furono anni di grande impegno negli studi, di crescita della fede, di maturazione del suo sogno sacerdotale, ma soprattutto anni di grande generosità. Dalle sue lettere indirizzate alla famiglia specialmente al papà appare chiaro la sua continua richiesta di piccoli aiuti in danaro per far fronte, oltre alla retta da versare all’economo del seminario, anche per le sue piccole spese(libri, quaderni e altre cose del genere). La famiglia di Don Mottola non aveva molte possibilità finanziarie, ma non fece mai mancare nulla a Francesco. Nessuno poteva immaginare, però, che quasi aiuti in denaro servivano a Francesco per aiutare di nascosto alcuni suoi compagni. Francesco non parlò mai di questo, è vero, ma che così avvenisse lo si può dedurre da alcune espressioni epistolari e da qualche sorrisetto di Don Mottola. La sorella Titina interrogata su questo argomento rispondeva con un dolce sorriso oppure con un’espressione dolce e soave: “ Don Grillo sorvoliamo…….” Su quante cose, le dissi un giorno, bisogna sorvolare, ho l’impressione, cara signorina Titina, che, se fossimo uccelli, accanto a Don Mottola, dovremmo volare tutte le ventiquattro ore della giornata. Ella aggiungeva allora, vedete, erano piccoli mattoni di una specie di Cattedrale che egli si era via, via costruito. Che bella Cattedrale, concludeva il sottoscritto, una Cattedrale, di stile gotico come il Duomo di Milano, con le guglie svettanti verso il cielo, non una Cattedrale di stile normanno come quella di Tropea, anche se amava molto l’antica chiesa dei suoi avi e della sua dolce Madonna di Romania. La Cattedrale gotica, di cui stiamo dicendo, dura ancora; quelle erano, infatti, pietre vive, che avrebbero superato oltre l’usura del tempo anche il tentennamento dell’indecisione. Un giorno avremmo saputo dall’amico di quel tempo, il futuro Mons. Francesco Tinello, che la quasi totalità di quei soldini finivano in mano ai poveri che abitualmente, si soffermavano davanti al cancello del Seminario Teologico ed anche uno sconosciuto ammalato lungodegente del vicino ospedale civile di Catanzaro, il quale gli era diventato amico. Ecco perché quella svettante Cattedrale gotica continua ancora a sfidare l’usura del tempo. Quando si ridestò un po’ strano e avvilito, alcuni gli tesero la mano e, quasi a bruciapelo, gli sussurrarono. Don Francesco, eccoci, noi siamo con te e in mezzo ad essi aveva cominciato a farsi intravedere anche qualche luminoso volto femminile. Ebbe inizio così quel dolce irrompere quotidiano di un gruppo di amici nei tuguri della povera gente, per recare conforto un piatto caldo, un pezzo di pane e qualche vestito. Si provarono anche a pulire le stanze fuliginose e tetre, ad eliminare gli insetti ed a rifare i pagliaricci(poiché il letto non esisteva). Iniziarono, poi, a chiedere aiuto alle persone più facoltose e racimolarono vecchie sedie, tavolini alquanto traballanti, letti malconci e qualche cassettone. Fu anche stimolante quando, accorgendosi che quei poveri avevano bisogno di pulizie cominciarono a proporre loro di lavarsi e di cambiarsi di vestiario. Racimolarono così anche vecchie catinelle e portarono loro secchi di acqua tiepida e fredda, biancheria usata, ma pulita. E fu sera e fu mattina: primo giorno di un’avventura che, nel tempo, si sarebbe dimostrata meravigliosa, specialmente quando al gruppo, già consistente, si sarebbe unita una intrepida e bellissima ragazza dal nome Irma, la quale cadde come una goccia di olio purissimo in una stipenda lampada che mai si sarebbe spenta e risplende ancora; la lampada dell’amore. (Fiori di Calabria Monsignor Grillo).

Tomba Venerabile Don Francesco Mottola nella Cattedrale di Tropea
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